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Firenze Libro Aperto: com'è andata?

Firenze Libro Aperto è ormai passato e trarre un bilancio è più che dovuto. A che punto siamo con la cultura in Italia? Scopriamolo insieme in questo report dell'evento più atteso nel capoluogo toscano.


FIRENZE LIBRO APERTO

voto 10

la gente di Firenze



Circa 20.000 presenze nel fine settimana tra il 17 e il 19 giugno. Numeri altissimi, se si pensa a tutte le contraddizioni che questo evento si portava dietro prima ancora del suo inizio. Vuol dire che la città di Firenze ha risposto con un entusiasmo che nulla, NULLA ha a che vedere con la reale gestione del festival. Che fosse organizzato bene o male al fiorentino medio non interessava granché: era a rota di cultura. Servirà a far capire ai potenti manovratori dei nostri destini (leggasi governo) che forse incentivare, promuovere e magari, perché no, finanziare adeguatamente eventi simili ci aiuterà ad evitare altre lettere di tromboni universitari che ci danno così in allegria dei deficienti senza speranza?


IN UNA PAROLA: grazie!


voto 9

le case editrici non a pagamento

Gli stand delle case editrici erano così tante che si perdevano a vista d'occhio.

Ma mentre nei settori A, B, C, D e magari pure E (sarebbe stato carino avere una mappa, come si leggerà più avanti), alcuni dei tavoli puzzavano di editoria a pagamento, altri, in minor parte, rinnovavano la sfida senza tempo del coraggioso Davide contro il gigante Golia: i piccoli e seri artigiani del libro, lungi dal disporre di capitali monumentali, ma ricchi soltanto di idee, impreziosivano la fiera con i loro stand, che Gutenberg li glorifichi in eterno.


Li elenco, per quanti me ne ricordo, ad imperitura memoria della sfrontatezza che, ancora una volta, hanno dimostrato di avere: tre giorni in piedi a dispensare cultura a prezzo ridotto a chi ne aveva bisogno. Altro che Feltrinelli Red e cappuccini da succhiare. Non c'è fragranza nel sudore, nessun selfie per le caviglie gonfie.


Il foglio letterario

Marcos y marcos

Ediciclo

Odoya

Barta

Bietti

Instar

Mimesis

...e chissà quanti me ne dimentico...


IN UNA PAROLA: eroi


voto 8

i coraggiosi autori delle presentazioni

Non che non fossero presenti le celebrità, tutt'altro: Joe Lansdale, Tahar Ben Jelloun, Carlo Lucarelli, Marco Vichi, Mauro Corona, Andre De Carlo (ah, no, lui ha disdetto), Alessandro Canino (chi???) fino a noi piccoli, cui hanno comunque assegnato spazi più o meno legittimi e/o agibili per le presentazioni dei nostri cari e amati libercoli. Però le sale fisicamente non c'erano: stavamo tutti allo stesso piano, quello a terra, senza neanche pannelli in simil plastica che dividessero in modo fittizio gli spazi delle sale. A distinguere le aree dei vari eventi stavano dei giganteschi monitor su cui troneggiava la semplice scritta SALA, seguita dal colore a cui faceva riferimento.

E basta.

Ma in realtà non basta per niente. Perché oltre agli spazi raffazzonati o all' impianto audio di per sè pessimo, senza neanche un minimo di accorgimento per l'amplificazione, ciò che ha reso le presentazioni una sorta di rave party ad alta concentrazione di sbocco acustico è stato il continuo rimestio sonoro: voci fuori campo microfonate, sciabolate e spingarde a contatto nelle rievocazioni storiche, a un certo punto lo sfrigolio inquietante di qualcosa che friggeva, probabilmente una balena nelle cucine...insomma, io il maelstrom infernale lo immagino proprio così.

In tutto questo gli autori presenti hanno cercato comunque di mantenere un piglio severo e compìto, compito tutt'altro che semplice.


IN UNA PAROLA: buddhisti.


voto 7

gli addetti al servizio bar

Nella calca mostruosa registrata sin dalle prime ore del mattino, chi più di tutti cercava di uscirne vivo non erano gli standisti delle EaP in palese ritardo, né il sindaco Nardella che ha pure presentato un libro, né tantomeno Salvini che fossero casomai sbarcati gli alieni in quel momento, come immaginava a suo tempo Ennio Flaiano, non ci avrebbero risparmiato la morte più atroce, no. Chi schivava ordinazioni su scontrini, brandiva focacce e cappuccini, spillava birra col sudore (reale) bestemmiando contro l'organizzazione (surreale) dato che la stessa era presente (ma irreale), era il servizio d'ordine del bar, più ligio e combattivo del fido katanga e più provato, alla fine, di un elettore del PD all'ultimo congresso.


IN UNA PAROLA: battaglieri.


voto 6

il programma della Fiera

Ok, il programma in mano ce l'ho. Me l'ha consegnato un pusher dentro la Fiera per la modica cifra di 5 euro, visto che in biglietteria, alla mia richiesta, mi hanno risposto Ma in che senso il programma? Pazienza: ora posso godermi il festival in santa pace. Allora, ore 11 Ospite a sorpresa in Sala Rossa. E come minchia la raggiungo la Sala Rossa? Soprattutto, cos'è la Sala Rossa? Dove la trovo? Vabbò, l'unica è chiedere a chi è in giro. Come? Hanno spostato la presentazione nella Sala Verde? E dov'è? Eh? Hanno modificato ancora? Nella Sala Ovale? Ma siete proprio sicuri? Hanno annunciato l'ospite a sorpresa? Davvero? E chi è? Come? Chiunque riesca a decifrare il programma, la cui chiave di lettura si narra che si trovi fra le meraviglie del tesoro nascosto di Caracalla?


IN UNA PAROLA: mistero



voto 5

la mappa degli interni

A Firenze Libro Aperto ci si va per perdersi. Lo hanno deciso in tranquillità tutti i soggetti chiamati ad organizzare l'evento. Perché privare i liberi cittadini, disposti anche a pagare 10 euro per l'ingresso, del ludibrio che si può provare girellando a casaccio negli anfratti infiniti del piano terra della Fortezza da Basso? Magari trovando proprio il tesoro di Caracalla di cui si parlava sopra. È incredibile come nell'era della geolocalizzazione dei Pokemon pure nei Mar dei Sargassi si faccia fatica a stampare qualche copia anche lercia di una mappa dei vari stand. Così, giusto per sapere dove posso trovare le mie case editrici preferite, o per insultare più facilmente quei Barabba di stampatori a pagamento. Ma no, vaghiamo a caso, fra lo scoppio di una cassa audio e un militare che luma la Citroen, sponsor (ufficiale? Non ufficiale?) dell'evento.


IN UNA PAROLA: Dialoghi nel buio (è il nome di un famoso evento a Milano e non una parola, ma almeno faccio promozione ad un'iniziativa dove sul serio non si sa dove si va, ma per cause che sono fisiche e non organizzative).


voto 4

Il concorso di narrativa


Se Caterina Cutolo (che trovate QUI) non avesse sollevato tutto il polverone che poi ha fatto sì che l'organizzazione facesse due passi indietro (trovate tutta la faccenda QUI), siamo poi certi che qualcuno avrebbe gridato lo stesso allo scandalo? No, nient'affatto. E lo stupore immaginifico con cui gli stessi organizzatori hanno dichiarato di aver peccato di ingenuità anche nel concorso, poi soppresso, di Comunicare la tramvia, quanto in effetti li deresponsabilizza? Questo modo del tutto contemporaneo di vivere l'editoria a cazzo, possibile che faccia schifo soltanto a pochissimi addetti ai lavori? Ma poi, alla fine, si sa chi pubblica sto famoso romanzo vincitore del primo concorso per narratori indetto da Firenze Libro Aperto?


IN UNA PAROLA: No!


voto 3

la sicurezza generale

Uno non è che voglia fare del terrorismo psicologico o impaurire nessuno, però se è vero che i cancelli della Fiera aprivano alle 10, è altrettanto vero che bastava intrufolarsi in modalità neanche troppo ninja nella zona "ingresso espositori". Gli insonnoliti steward, alle prese con il deboscio post-colazione delle 8,15, non hanno mostrato alcuna ostilità per il mio capello lungo e per il mio bofonchiatissimo Sono uno standista. Cioè, avrei potuto dire sandinista, castrista o proto satanista che il risultato sarebbe stato lo stesso: entrato senza pagare biglietto alcuno dalle incustodite porte sul retro, quelle d'emergenza. E non è che dentro abbia trovato alcunché: i libri erano ancora sotto telo, gli aspirapolvere in funzione, una vecchina cercava disperatamente l'ospite a sorpresa del giorno prima nella Sala Mensa, addirittura qualcuno giura di aver visto una mappa aggirarsi tra lo stand dell'Esercito e quello dell'Accademia della Crusca. Ma di sicurezza, quella, niente, nihil, nisba , nada.


IN UNA PAROLA: sicuri?


voto2

la presenza di Salvini


No, sul serio, ma qualcuno mi spiega la sua presenza? Menzione d'onore all'associazione no profit di resistenza culturale che, alle ore 11 di venerdì mattino, ha chiuso lo stand in segno di protesta. Purtroppo non ho trascritto il loro nome, ma casomai qualcuno me lo volesse ricordare ben venga. In questo paese abbiamo bisogno di proteste che abbiano questo tipo di senso. Grazie.


IN UNA PAROLA: blah.

voto 1

gli editori a pagamento con i rispettivi pseudo autori.

Il mercato editoriale negli ultimi anni ha vomitato una serie impressionante di mostruosità: dapprincipio il self publishing, poi la stamperia "domestica", poi il crowdfounding, poi il consociazionismo a delinquere di certe cosche lobbistiche, infine l'autocelebrazione masturbatoria dell'autore che si promuove nello specchio dei social network. Tutto questo schifìo era presente a Firenze Libro Aperto, sgallettando privo di dignità in un profluvio di Signora prego, si avvicini! Il prossimo libro potrebbe essere il vostro! Noi vi diamo il contratto, voi dateci il culo!

E' possibile, mi chiedo io, cercare di organizzare un evento libraio in Italia senza che i costi all'utenza o agli editori siano tali per cui chiedere un mutuo diretto a Caronte? E magari pensarlo senza che gli introiti vengano da case editrici a pagamento, che tanto spillano a loro volta da, quando va bene, ingenui sgrammaticati dal sogno di carta(straccia)? Qualcuno, se c'è, batta un colpo!


IN UNA PAROLA: riblah


voto 0

la confusione generale


Mi spiegate il senso della comparsata di Capossela al festival? Cos'è, l'hanno pagato al minuto? E perché le date della fiera, con tutte quelle che c'erano, collidevano con quelle del Buk di Modena? Come mai all'appello c'erano così poche realtà editoriali oneste, che fanno della trasparenza il loro marchio di qualità? Perché un evento così importante si è presentato alla folla con il montascale dell'ingresso principale rotto dopo il primo giorno? E come mai nonostante tutto sto macello la gente è accorsa, ed è accorsa proprio alla grande? Facciamo il gioco dei numeri? Milano, col Book Pride, registra in media 30.000 ingressi. Ma sono ingressi gratuiti. Che dite, Firenze Libro, ci diamo una svegliata e la prossima volta collaboriamo con la gente giusta? La strada l'avete tracciata e di questo vi va dato atto, però cerchiamo di darci tutta una grossa, onesta e sincera mano!



IN UNA PAROLA: Cultura!!!


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